1/14/2013

PEAU! (11+ )



foto Simone Memè
sabato 19 gennaio ore 18.00
(da Pelle d’asino di C. Perrault) 
produzione Teatro di Roma, 369gradi
testo e regia Vincenzo Manna
con Luca Bondioli, Mariagrazia Laurini, Federico Brugnone
costumi e oggetti di scena Laura Rhi Sausi
aiuto regia Martina Rigoni
disegno luci Javier Delle Monache
locandina Alessandra Franciosini
organizzazione e distribuzione Daniele Muratore
produzione esecutiva Valeria Orani
comunicazione Benedetta Boggio

PEAU! nasce dall’adattamento di Pelle d’asino, una fiaba francese molto antica, divenuta nota per la versione in versi di Charles Perrault del 1697 e pubblicata in appendice ai Contes de ma mère l’Oye. È una delle fiabe meno conosciute dello scrittore di Cappuccetto Rosso ma, ciò nonostante, è dotata di enorme fascino perché sintetizza perfettamente alcune delle tematiche tipiche delle sue fiabe più celebri, declinandole però in modo assolutamente originale. 
Questa, in breve, la trama: un re al culmine della fortuna, perde l’amata moglie per un’improvvisa malattia. La regina in punto di morte gli fa promettere di non risposarsi a meno di trovare una donna più bella e intelligente di lei. Il re riesce a mantere la promessa fino al giorno in cui si innamora della loro figlia, l’unica donna in grado di poter competere con la madre.
Il re la chiede in sposa  ma la ragazzina non vuole cedere alle richieste del padre. Di fronte alla sua insistenza è costretta a scappare da palazzo nascosta sotto una lurida pelle d’asino. Attraversa terre e paesi, scansata da tutti per il suo aspetto e il cattivo odore. Finché un giorno trova ospitalità presso una contadina, che la assume come porcilaia. Proprio qui un giovane principe la vede nella sua reale bellezza e se ne innamora. Dopo numerose traversie riesce a sposarla venendo a scoprire solo alla fine che sua moglie è una principessa. 
foto Simone Memè
Anche da questa brevissima sinossi si evincono le tematiche molto interessanti della fiaba, tematiche piuttosto delicate e sicuramente poco affrontate di fronte a un pubblico di giovani: la malattia e la morte di uno dei genitori, il rapporto conflittuale con la figura paterna, la scoperta della sessualità e del proprio aspetto esteriore, la malizia usata come uno degli strumenti a nostra disposizione per la  conquista della libertà e dell’indipendenza. 
Se Hansel e Gretel e Barbablù, due delle fiabe che abbiamo affrontato nel nostro percorso teatrale, portano avanti tematiche che appartengono principalmente alla sfera sociale (povertà, fame, ricchezza e potere), la messa in scena di PEAU!  vuole invece porre l’accento sull’interiorità dell’individuo, sulle passioni e i sentimenti più profondi che sono alla base delle relazioni tra gli uomini, mostrando come un’alterazione dei delicati equilibri che regolano la vita del nucleo familiare, possa produrre uno sconvolgimento tale da minare la sopravvivenza dell’individuo, della famiglia e della società stessa. 
foto Simone Memè
Nella messa in scena abbiamo tolto alla fiaba ogni connotazione “medievale” cercando di metterne in evidenza la forte attualità. Non ci sono quindi i soliti stereotipi di re, regine, principi e principesse, ma attraverso l’universalità e l’atemporalità di situazioni e personaggi, abbiamo creato figure non distanti nel tempo né spazialmente connotate, con lo scopo di renderle il più possibile vive e presenti. Un padre, una madre, la loro figlia, un monsignore, un contadino e un giovane ricco sono i protagonisti di una narrazione senza censure che sviluppa il linguaggio di Hansel e Gretel: in scena pochi oggetti dal forte valore simbolico, costumi molto curati e azioni fisiche spettacolari e suggestive che evocano metaforicamente il mondo in cui vivono i personaggi, sempre convinti del fatto che non esista migliore scenografia di quella che nasce dalla fantasia dello spettatore.
Tre soli attori per tutti i ruoli, una narrazione scandita dal rapido susseguirsi di scene secondo modalità mutuate dalla narrazione televisiva e dalle soap opera; dialoghi brevi e significativi con l’obiettivo di alleggerire il racconto e cogliere la comicità che anche situazioni dalla forte componente drammatica hanno; il tutto concertato per restituire spettacolarmente la magia e la meraviglia di una storia che ci racconta e svela i misteri e la bellezza dell’animo umano.
Per i bambini dai 9 anni in poi e per le famiglie
Biglietto € 5,00 - posto unico
Lo spettacolo è realizzato nell’ambito del progetto Portare a vedere, promosso e finanziato dal Teatro di Roma e condotto da Giorgio Testa/Casa dello Spettatore, Teatro Tor Bella Monaca, Teatro Biblioteca Quarticciolo, autunno 2012 in collaborazione con Centrale Preneste Teatro/Ruotalibera Teatro.